ITINERARI BOTANICI

Le miniere di Valleona - Testi e foto di Enzo De Santis


 

A sud della Piana di Campo Felice, a circa 1640 metri di quota, si aprono due grandi miniere a cielo aperto da cui, dal 1950 e per circa 20 anni, si estrasse la bauxite, minerale di alluminio. Ad oltre 40 anni dal loro abbandono queste due grandi ferite rimangono ancora aperte e la natura ha difficoltà a riprendersi i suoi spazi.

Il materiale che continua a franare dalle pareti verticali in seguito agli agenti atmosferici, sta lentamente riempiendo le “cave”;  all’ingresso dei due rami della miniera si notano ancora le collinette costituite dai materiali di scarto della lavorazione a cui erano sottoposte le rocce estratte, prima di essere caricate sui camion e quindi vagoni merci con destinazione Porto Marghera.

L’esplorazione floristica di questo sito è stata effettuata a più riprese tra 2015 ed il 2016. La flora, come si può immaginare,  non è molto diversa dal territorio circostante; si incontrano però anche specie tipiche di gran parte degli ambienti montani, cioè dei brecciai come la Drypis spinosa, specie tipiche della faggeta e delle sue radure come Stellaria holostea, specie dei pascoli di alta quota come la Pulsatilla alpina.

La sterrata che attraversa i "Centomonti" e porta alle miniere di Valleona

Campanula micrantha 

La prima miniera che si incontra arrivando da Campo Felice, visibile a sinistra dopo la curva a destra della sterrata, è lunga circa 280 metri con una larghezza che varia da 30 ad 130 metri

Cynoglossum montanum

Polygala major

 

Veronica orsiniana

 

Polygala alpestris

Hippocrepis comosa

Hieracium jurassicum

Stellaria holostea

Hieracium bifidum

Acer pseudoplatanus

Alchemilla colorata

Arabis alpina subsp. caucasica

Armeria canescens & Pieris rapae

Doronicum columnae

Lamium garganicum subsp. laevigatum

Lathyrus vernus

 

Linum alpinum 

 

Pulsatilla alpina subsp. millefoliata

 

il lampone, Rubus idaeus

Al centro della grande buca un maestoso esemplare di Salix caprea

 

Silene dioica

Clinopodium alpinum

Podospermum laciniatum

Epipactis helleborine

Un Imenottero, Halictus quadricinctus su Chamaenerion angustifolium

frutti di Sorbus chamaemespilus

Zygaena transalpina, Zygaenidae

farfalle della famiglia Lycaenidae su Chamaenerion angustifolium

 

Una lucertola, mezza all'ombra e mezza al sole, Podarcis muralis, Lacertidae

Chamaenerion angustifolium

La seconda miniera è in realtà composta da due cave. La prima facilmente raggiungibile dal piccolo piazzale che serve da parcheggio e da dove parte il sentiero per il Rifugio Sebastiani e l'altra, a meno che non si vogliano risalire, dove possibile, i ripidi pendii franosi, seguendo per un centinaio di metri il sentiero per il Sebastiani e poi deviare verso sinistra, per una evidente sterrata che dopo aver attraversato per un un breve tratto la faggeta sbuca in una ampia radura, dominata da una lunga e alta parete verticale.

 

 

 

Aquilegia vulgaris

Robertia taraxacoides, endemica 

Senecio doronicum 

Dianthus brachycalyx, endemica

Hieracium pellitum, una delle tre specie nuove per il territorio scoperte alle miniere di Valleona

Gymnadenia conopsea

Drypis spinosa, pianta tipica dei brecciai e dei ghiaioni

Rosa montana

Biscutella laevigata, a sinistra, e Cerastium tomentosum, specie endemica, a destra 

Helianthemum nummularium 

Carduus carlinifolius e Zygaena filipendulae

Rosa canina 

Lotus corniculatus 

Rosa cfr. subcollina

Di seguito, alcune specie rinvenute al margine della faggeta, a pochi metri dall'orlo delle cave

un'altra specie nuova per il territorio trovata qui,  Dactylorhiza maculata subsp. saccifera, una Ochidea

Lilium martagon 

Saxifraga rotundifolia 

Thesium linophyllon 

Stachys alopecuros subsp. divulsa, specie endemica,  e Gonepteryx rhamni

Valeriana montana 

Tragopogon crocifolius, altra specie nuova per il territorio scoperta alle miniere di Valleona

Bupleurum falcatum subsp. cernuum 

Chiudiamo con un paio di immagini autunnali


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